PATAGONIA 2002 |
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ovvero |
quelli del pulmino giallo |
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4000 chilometri lungo le strade sterrate della patagonia cilena ed argentina da Puerto Montt ad Ushuaia |
periodo |
febbraio 2002 |
Il
racconto
Domenica
3 febbraio 2002
E' il gran giorno della
partenza per il viaggio in Sud America.
Alle ore 09.35, con in spalla
due zaini, lascio la stazione di Ravenna alla volta di quella di Bologna, dove
giungo alle 10.55.
La mattinata è fresca
ed il cielo è limpido.
Con un ritardo di 15 minuti
riparto con un treno Eurostar che mi spedisce direttamente e senza fermate
alla stazione di Milano centrale,
dove giungo alle ore 13.00.
Con solo la colazione fatta
a casa, salgo immediatamente su un pullman che, in meno di un?ora, mi scarica
allo scalo internazionale
di Milano Malpensa, esattamente al Terminal 1.
Chiedo informazioni riguardo
al banco check in della compagnia aerea Lan Chile, così come scritto
sulla
comunicazione ufficiale,
e mi sento rispondere che non esiste (panico ?), macché si tratta di
Iberia
(evviva la precisione !).
Sono le ore 14.30, so che
dovrò aspettare ancora molte ore prima dell?imbarco.
Inganno l?attesa con un su
e giù, ma gli zaini sono troppo pesanti, non mi fido di abbandonarli
ed allora mi siedo.
Leggo qualcosa riguardante
il viaggio che mi accingo ad affrontare.
Passa almeno un?oretta quando
un signore si avvicina e mi chiede (esperienza di Avventure nel mondo? )
se anche io sono uno dei
partecipanti del viaggio per la Patagonia.
Così conosco E...
di Brescia.
Si chiacchiera ed intanto
il tempo passa più velocemente.
Ci scambiamo alcune opinioni
sul viaggio in programma.
Mi allontano un attimo per
bere una birra al bar (ne pago una e me ne servono due, che fortuna!) e
quando ritorno trovo E....
in compagnia.
Conosco anche Pa... di Alessandria.
Entrambi hanno già
viaggiato con Avventure nel mondo, per me è invece la prima volta (mi
sento un
pivello !).
Ora il gruppetto che dovrà
recarsi a Madrid è al completo.
Al banco di Iberia facciamo
check in con i biglietti che un ragazzo di Avventure nel mondo ci ha appena
consegnati personalmente.
Saliamo sull?aereo.
I nostri posti sono in fila
quasi sull?ala.
Decolliamo alle ore 19.00.
Il volo va tutto bene, arriviamo
a Madrid come previsto alle ore 21.05.
L?aeroporto di Madrid è
veramente enorme per estensione.
Usciamo senza fare check
in, non importa si farà a Santiago del Cile.
E? il momento di incontrare
i nostri futuri compagni di avventure o disavventure (non si sa ancora).
Ci sediamo da qualche parte,
poi guardiamo le vetrine dei negozi ed infine in prossimità dell?ora
fatidica
ci avviamo all?imbarco per
Santiago.
Un lungo tapis roulant ci
risparmia un po? di camminata.
E.... compie una buona azione
nel raccogliere la scarpetta di un bimbo. La madre lo ringrazia.
Sento che con Pa... ed E....
mi troverò veramente bene.
Finalmente conosciamo anche
gli altri componenti il viaggio e loro conoscono noi.
La capogruppo M.t. di Venezia
(carattere forte), il marito Agt di Bologna (tranquillo e
simpatico), S... di Livorno
(nella confusione dei saluti non ci presentiamo !), R... di Torino, B... di
Venezia (mi ricorda un vecchio
amico veneziano), e i romani (un po? vivaci) Al.., Or.., e Vl.
Decolliamo alle ore 00.30.
Passa un?ora e viene servita
la cena.
Davanti a me il monitor
indica il percorso che l?aereo traccia sui cieli dell?Atlantico.
Alle ore 3.00 finisce la
cena ma personalmente non riesco a prendere sonno.
Siamo all?altezza delle Canarie
e una forte turbolenza non ci lascerà più per due ore.
Un passeggero comincia a
sentirsi male, un dottore tra i passeggeri fornirà le cure necessarie
anche con
flebo.
Anche E.... che è
tra me e Pa... passerà una brutta nottata a causa di una arancia che
gli blocca la
digestione.
Interviene R... che scopriamo
così essere medico (preziosa presenza per il proseguo del viaggio). Nel
frattempo Pa... ed io cerchiamo
di svegliare E.... (si becca qualche schiaffone) che si era
accasciato in avanti.
Quella notte avrò
dormito si e no un?ora.
Alle ore 14.30 di lunedì
4 febbraio stiamo sorvolando il Paraguay, pochi minuti dopo siamo nello spazio
aereo argentino.
E? una bellissima giornata
di sole.
Ore 13.50 , meno 4 ore per
il fuso orario, in realtà sono le 09.50 stiamo per atterrare a Santiago.
Si intravedono le cime innevate
delle Ande.
L?Airbus 340 atterra sulla
pista alle ore 10.15.
In sala d?aspetto, in attesa
del volo per Puerto Montt, M.t. espone il programma dei prossimi
21 giorni.
Nomina d?ufficio Pa..., visto
che nessuno lo vuole fare, addetta a tenere i conti della cassa comune
(non sa ancora cosa la attenderà?.altrimenti?).
L?imbarco per Puerto Montt
avviene in ritardo, con i vestiti quasi invernali con cui sono partito
dall?Italia comincio ad avere
caldo.
Alle 14.20 finalmente il
decollo, un breve spuntino sull?aereo e dopo un?ora e mezzo con sorvolo di una
zona ricca di laghi arriviamo
all?aeroporto di Puerto Montt.
Sono passate 18 ore di volo
dal momento in cui ho lasciato l?Italia!
Come da accordi ci viene
a prelevare quello che sarà per tutto il viaggio il nostro autista: Luciano.
Saliamo su un pulmino dallo
spazio molto ridotto per 11 persone.
I bagagli dietro nel carrello.
Pa... ed io ci guardiamo
negli occhi, entrambi pensiamo la stessa cosa: 4000 chilometri su questo
mezzo?
Giunti all?hotel Pumillahue
20 km dall?aeroporto prendiamo posto nelle stanze.
In una doppia mi sistemo
con E.....
Un bel televisore sul tavolino
ci costringe quasi ad una entrata ad ostacoli.
Il bagno avrebbe bisogno
di un idraulico e di servizi sanitari nuovi.
Non si conosce l?uso del
miscelatore: due rubinetti uno per l?acqua calda e l?altro per la fredda.
Alberghetto piuttosto modesto
fatto con materiali di recupero.
Usciamo per quattro passi
in città. Troviamo un posto telefonico.
Confusione di telefonate
: a R... viene passata la linea telefonica da me richiesta per chiamare casa.
Rientriamo nell?alberghetto
e pensiamo se non è il caso di contattare una agenzia che ci possa fornire
un
mezzo più soddisfacente
per il viaggio attraverso la Patagonia.
Vari tentativi vanno a vuoto.
Non ci sono alternative,
Luciano e il suo pulmino giallo sono nostri.
Verso sera andiamo a cena
al Cristallo, ristorantino che avevamo adocchiato nel pomeriggio. Si cena
finalmente discretamente
dopo due giorni di pasti preconfezionati.
Pollo in brodo e carne di
maiale con patate fritte. Si va a letto ed io dormo (nel sacco a pelo che non
mi
abbandonerà mai più
per tutto il viaggio) tutta la notte.
MARTEDI? 5 FEBBRAIO 2002
partenza PUERTO MONTT arrivo DALCHAUE
partenza ore 17.00
arrivo ore 21.00
160 km. percorsi, sosta h.
0.45
Sveglia ore 07.30 e colazione.
Al termine della colazione briefing con M.t., tutto il gruppo e
Luciano che ci prospetta
la sua disponibilità ad accompagnarci per oltre 4000 km. attraverso la
Patagonia fino ad Ushuaia
al costo complessivo di 3500 dollari. Accettata la sua proposta (per un
gruppo così numeroso
non c?era alternativa a più buon mercato), Luciano comincia ad organizzarsi,
pneumatici nuovi e formalità
burocratiche. Ci facciamo l?ultimo giro per Puerto Montt. All?inizio siamo
tutti insieme , ma poi pian
piano ci si divide e questo sarà la caratteristica del gruppo degli undici
uniti
per arrivare alla meta finale
(Ushuaia) ma divisi negli intenti (forse qualcuno non sa di essere in
Patagonia, terra difficile
da affrontare mentalmente). Sono ormai le ore 15.00 in attesa ancora
dell?acquisto dei biglietti
per l?imbarco sul traghetto di domani. Ci rechiamo verso il porto della città,
qui la vecchia stazione ferroviaria
non esiste più, ha lasciato il posto ad un nascente centro commerciale
(secondo Luciano di proprietà
di un boss locale). Ormai divisi, sguinzagliati per la città un po? caotica
mi
ritrovo con E.... ad osservare
alcuni operai al lavoro in una strada che sale lungo la collina. All?arrivo
dei loro capi, abbandonano
la partita a carte , ci divertiamo a vedere questa scena (tutto il mondo è
paese!). L?attesa si fa snervante
e così perdiamo una mezza giornata. Finalmente alle ore 17.00 si parte,
questo ritardo consente ad
Agt.. di recuperare il suo bagaglio che il giorno precedente non era
giunto all?aeroporto Il sottoscritto
tiene aggiornato i tempi e i chilometri giorno per giorno. Dal mio
marsupio estraggo un block
notes che intendo usare come un moleskine. All?inizio vengo guardato con
sospetto. Forse una spia
! Poi con il passare delle ore e dei giorni la cosa diverte un po?
tutti ed ognuno
darà il suo contributo.
Costeggiamo una spiaggia affollata di bagnanti che si rinfrescano nel mare.
Vl.. propone una sosta ma
siamo in ritardo e continuiamo. Alle 18.00 giungiamo a punta Coronell per
imbarcarci sul traghetto
che in venti minuti ci porterà a Chacao nell?isola di Chiloè.
A Chacao visitiamo
una chiesa tutta in legno.
Arriviamo ad Ancud sosta per visitare il Forte di San Antonio costruito nel
1770 dagli spagnoli
e penultimo baluardo abbandonato dagli stessi spagnoli in America latina. Lungo
la
strada notiamo molti autostoppisti
che viaggiano su camion aperti. Proseguiamo per Dalcahuè dove
arriviamo alle ore 21.00.Il
sole è ancora alto. Cerchiamo l?hotel Isla, perdiamo un po? di tempo
fino a
che Luciano non si decide
a telefonare. Arrivati all?albergo (veramente ottimo e sarà l?unico decente
di
tutto il viaggio) prendiamo
le camere e poi si va a cena. M.t. ha la febbre! Inizia il suo lento
calvario di ammalata, condizione
che si trascinerà per tutto il viaggio. Al ristorante mangio pesce
esattamente congrio. Conosciamo
meglio Luciano, italiano di nascita (Bergamo) ma vissuto in Cile dall?età
di 5 anni. Ci fa da guida,
da interprete parla italiano e spagnolo, nonché da autista.
MERCOLEDI? 6 FEBBRAIO
2002 partenza DALCAHUE arrivo CHAITEN
partenza ore 08.30, arrivo
ore 21.00
170 km. percorsi, sosta h.1.30
Sveglia ore 07.00. Colazione
e alle 08.30 si parte. Prendiamo un traghetto che ci porta all?isola di
Quinchao. Incrociamo un altro
traghetto carico di cassoni di salmone. Ad Achao visitiamo la chiesa Santa
Maria de Loreto tutta costruita
in legno. Riprendiamo il traghetto e a Dalcahue sostiamo per visitare un
piccolo mercatino di oggetti
locali dell?artigianato. Vl.. tenta di contrattare l?acquisto di un abito
tipico dei gauchos ma per
pochi pesos non trova l?accordo (non lo acquisterà mai più!).
Alle ore 11.20
arriviamo a Castro, dove
visitiamo la chiesa di San Francesco e le case tipiche costruite su palafitte.
Alle ore 14.00 arriviamo
a Quellon per l?imbarco. Alle ore 15.00 lasciamo l?isola di Chiloè (nota
per le
oltre 1000 chiese!) per attraversare
il golfo de Aneud. E.... definisce il traghetto una bagnarola. Il
mare è calmo e un
paio di delfini giocano poco lontano dal traghetto. All?orizzonte la cordigliera
delle
Ande con le sue cime innevate
e il vulcano Corcovado. L?isola che stiamo lasciando è ricca di vegetazione.
A poppa una scia argentata
annuncia l?inizio di questo viaggio attraverso la Patagonia cilo-argentina.
Sono sul pontile un po? infreddolito
ma ben coperto. Vedo volteggiare sopra di me alcuni uccelli che
accompagnano la nostra navigazione.
Alle ore 20.00 arriviamo al porto. A Chaiten cerchiamo un albergo
per la notte perché
quello prenotato non ce lo hanno confermato. Cena a ora tarda come al solito
e poi a
letto.
GIOVEDI? 7 FEBBRAIO 2002
partenza CHAITEN, arrivo PUERTO PUYUHAPI
partenza ore 10.00, arrivo
ore 19.15
196 km. percorsi, sosta h.3.30
La mattinata si preannuncia
con tempo brutto. Nebbia (sembra di essere a casa) e freddo. Lasciato
Chaiten iniziamo a percorrere
strade sterrate e polverose. All?interno del pulmino entra di tutto,
soprattutto nella parte posteriore
dove sono seduto. Attraversiamo un paesaggio vario fatto di
vegetazione bassa con faggi
australi e larici. Molte piante della famiglia dei cipressi. La strada ora
stretta, ora poco più
larga è praticabile ad una velocità che non supera i 40 km./h.
Si incrocia qualche
auto o furgone. E? la strada
detta Camino Austral che il dittatore Augusto Pinochet fece costruire per
collegare le cittadine cilene
che altrimenti erano raggiungibili solo con la navigazione tra i fiordi.
Facciamo una fermata per
fotografare un vecchio aereo Dakota degli anni 50, dimora per qualche tempo
di un solitario personaggio.
La strada comincia a salire, il pulmino arranca sulle salite, ma sale piano
piano, tra boschi di felci
(se ne contano 123 tipi diversi). Gli animali della zona sono puma, condor e
aquile reali. Incrociamo
un?auto, bisogna rallentare, dopo poco attraversiamo uno stretto ponticello
in
legno. E? iniziata l?avventura
patagonica. Bisogna dimenticare le comodità, per chi non lo comprende
diventa una fatica più
psicologica che fisica. Ogni viaggio è come un paio di scarpe che si
adattano su
misura. Incrociamo ogni tanto
qualche casetta, il cui camino rilascia il fumo di un riscaldamento a legna.
Tutte le case sono costruite
in legno. Da queste parti l?inverno arriva a meno 5 gradi. Facciamo una
deviazione di 6 km. per arrivare
in una zona termale. E? un campeggio con vasche di acqua caldissima.
Sono le terme di Amarillo.
Solo R... decide di non entrare e fa una breve escursione nelle vicinanze.
M.t. rimane sul pulmino causa
una persistente febbre. Facciamo tutti un relax di un paio d?ore.
Al.. e Or.. non perdono tempo
dietro ad alcune ragazzine (un po? piccole per loro ). Alle ore 13.10 si
riparte, Serya e Valrio hanno
un battibecco riguardo la disposizione all?interno del pulmino. Ci fermiamo
per visitare una sorgente
di acqua ferruginosa. I romani fanno uno scherzo ad una coppia di italiani che
si recavano a questa sorgente,
dicendo loro che era distante molti chilometri ! Arriviamo alle ore 19.15 a
Puerto Puyuhapi (200 abitanti),
cittadina fondata da immigrati tedeschi negli anni 40. Il fondatore è
un
tedesco che in quegli anni
ha impiantato una fabbrica di tappeti, tuttora attiva. Prendiamo possesso
delle stanze in un alloggiamento
modesto. Usciamo per due passi , ci dirigiamo verso il fiordo. Rientriamo
per la cena che ci viene
servita all?interno dell?alberghetto. Brodo con verdure varie e pannocchia.
Il
marito della signora che
ci serve la cena non sembra essere molto sveglio, infatti non porta mai il vino
che noi chiediamo. Basta
guardarlo in faccia quello da solo morirebbe di fame così commenta M.t.
! Ancora due passi dopo la cena, la temperatura è mite ed è piacevole
passeggiare tra strade
larghe ma non asfaltate.
Non c?è nessuno in giro. Ne approfittiamo per acquistare qualcosa da
mangiare
per la giornata di domani.
Qui i negozi (due o tre, forse, alimentari) rimangono aperti fino a tarda ora.
Rientriamo per coricarci.
Tento una doccia alquanto scomoda ! I burloni Al.. e Or.. lanciano una lontra
(imbalsamata ) nella camera
dove sono con E..... Poi recuperata fanno lo stesso nella stanza dove
dorme Vl... Purtroppo gli
arriva tra i denti (non credo abbia molto goduto!). Lo stesso Vl.. dovrà
dormire con un quadro davanti
agli occhi nel quale è raffigurata l?immagine di un prete che sembra
defunto. La mattina dopo
Vl.. sembra un po? sconvolto per aver anche dormito scomodo (il letto
gli è
sempre corto!).
VENERDI? 8 FEBBRAIO 2002
partenza PUERTO PUYUHAPI, arrivo COYHAIQUE
partenza ore 08.15, arrivo
ore 17.00
233 km. percorsi, sosta h.2.30
Un gallo dà la
sveglia alla buon ora. Programma della mattinata è la visita ad un ghiacciaio.
Il tempo è
brutto e fa freddo. Con il
pulmino costeggiamo tutto il fiordo. Alle ore 09.00 entriamo nel parco
nazionale di Queulat, nato
nel 1983 con una estensione di 183 mila ettari. Inizia a piovere. Il cielo è
tutto coperto. Lasciato il
pulmino percorriamo a piedi un tratto di sentiero. Attraversiamo un ponte
sospeso uno alla volta. Solo
il tempo di scattare qualche foto e poi decidiamo di tornare indietro.
Usciamo così dal parco
senza aver visto nulla e ci accorgiamo che all?entrata vi era una sbarra. Siamo
entrati senza pagare! Capiamo
così il perché della diffida dei gruppi di Avventure ad entrare
in certi
parchi! Sul pulmino lezione
di scienze biologiche sull?invecchiamento, filosofia, yoga, il tutto interrotto
da discorsi meno impegnati
sull?insaccamento. Risata generale. Al.. sembra un po? in crisi. Ci fermiamo
a
Piedra El Gato e vediamo
alcuni salmoni che faticosamente risalgono il torrente. Riprendiamo a
percorrere lo sterrato con
lunghi tratti di lavori in corso che ci rallentano notevolmente. Attraversiamo
la metropoli di Villa Amengual
(152 abitanti !), il fiume Cisnes e poi costeggiamo il lago Las Torres. Il
sottoscritto commenta qualche
cosa, non ricordo esattamente. M.t. ha un sussulto dal suo stato
febbrile: ha parlato
piadina Un tunnel segna la fine del parco nazionale Simpson. Finisce lo sterrato,
mentre il sole fa capolino.
Ultimi 90 km. di asfalto. Sulla destra una vasta area boschiva che ha subito
un devastante incendio. Il
tutto ha un aspetto sinistro. Tronchi di alberi con pochi rami secchi sono all'interno
di una vasta area allagata. Proseguiamo, poco prima di arrivare a Coyhaique
ci fermiamo in un
punto panoramico (Mirador),
si vedono alcune pale eoliche. Il vento è veramente forte. Giungiamo
a
Coyhaique. M.t., solo con
gli occhi visibili, tutto il resto del capo è avvolto causa la febbre
alta, invita Al.. a rivolgersi
all?interno dell?alberghetto davanti al quale ci siamo fermati. Al.. non riesce
a trovare l?entrata. M.t.
dall?interno del pulmino commenta: ? vuole insaccare (riferito alle
ragazze) e non trova neanche
la porta dell?albergo ! ?. Allora invita Vl.. a scendere per chiedere.
Vl.. risponde: ? mandate
me che non so parlare neanche l?italiano ?. Finalmente scendiamo tutti.
Contrattiamo le camere nell?alberghetto
San Sebastian. Discussione infinita sulla disposizione. A cena
finalmente gli animi sembra
si siano rappacificati. Mangio pesce, il solito gronchio. Ormai mi crescono
le
pinne! R... , Pa... ed il
sottoscritto rientriamo a piedi per digerire e ci perdiamo. Chiediamo
informazioni ad un poliziotto
fermo in piazza Armas dalla caratteristica forma pentagonale.
SABATO 9 FEBBRAIO 2002
partenza COYHAIQUE, arrivo COCHRANE
partenza ore 09.00, arrivo
ore 20.15
334 km. percorsi, sosta h.2.30
Sveglia ore 07.00. Nel
pomeriggio di ieri M.t. è andata in ospedale per un controllo. Nella
notte precedente raccontano
le cronache di tentativi di intorto di Or.. e Al... Hanno insaccato? Pare
di no. Alle ore 09.00 si
parte finalmente! Luciano sbaglia strada , ci infiliamo in una proprietà
privata.
La strada asfaltata termina
dopo poco. Ricomincia lo sterrato con tornanti. Stiamo salendo di quota.
Battuta infelice di Al..:
? io prevedo 10 morti! ? . E poi aggiunge ? 22 ? alludendo ai pompieri che ci
avrebbero soccorso. Questo
esacerba ancora di più S... la quale definisce i romani dei
?rompicoglioni?! Percorriamo dei paesaggi brulli, collinari,
solo pascoli nessuna coltivazione.
Attraversiamo una gola stretta
con il fiume che scorre lungo la strada. La giornata è fredda e piovosa.
A Villa Castillo ci fermiamo
per alcune foto. Io monto l?ennesimo rullino di diapositive. Ripartiamo e
iniziamo a percorrere un
passo di montagna. Si vede un paesaggio selvatico con ghiacciai , fiumi e
laghetti. Ai bordi delle
strade noto dei veri canneti!
Ci sono anche bellissime
piante di fucsia. Attraversiamo il rio Ibanez, che forma la laguna verde. La
strada è fatta con
cenere di vulcano, eruttata dal monte Manso. Ci fermiamo per un bullone che
si è
staccato dal portapacchi.
Anche la marmitta ha bisogno di essere agganciata meglio. Penso che Luciano
dovrà fare alcune
riparazioni se vogliamo arrivare integri. Ci fermiamo. Sulla strada Luciano
vede una
cassetta. Lo aiuto a recuperare
vari attrezzi : martelli, cacciaviti una vera e propria ferramenta!
Immediatamente monetizza
tutto il materiale ritrovato. Costeggiamo il lago Carrera, che Luciano
definisce il secondo in ordine
di grandezza del sud America. Sostiamo a Porto Rio Tranquillo. Il tempo
di un gelato e di una bibita.
Scorgiamo il lago Bertrand e un ghiacciaio. Arriviamo a Cochrane alle ore
20.15. E.... ha la febbre.
Al.. lo definisce il secondo ferito grave del pulmino. Al negozio di
alimentari sotto l?alberghetto
conosciamo un tipo veramente strano che definiamo zorro, un caballero
esule politico cubano che
scherza subito con noi. Andiamo a cena tutti tranne i due febbricitanti.
Sarà
una coincidenza ma al ristorante
da noi scelto e dal nome profetico El Fogon si infiamma una vivacissima
polemica tra S... e i romani.
Dopo una settimana di convivenza difficile viene fuori di tutto. Prima o
poi doveva scoppiare
quella tensione che si era accumulata fin dalla partenza in Italia! All?uscita
dal
ristorante un sosia perfetto
di Vl.. , sorridente e vestito da cuoco, allenta la tensione ma S... aveva già
preso la via dell?alberghetto.
DOMENICA 10 FEBBRAIO 2002
partenza COCHRANE, arrivo BAJO CARACOLES
partenza ore 09.15, arrivo
ore 16.45
186 km. percorsi, sosta h.2.00
Alle ore 09.10 si parte.
E.... non ha più la febbre. Sul pulmino do a S... una coppia di tappi
auricolari. Le serviranno
moltissimo per attutire suoni e voci! Lungo la strada vediamo moltissimi
guanachi, simili a lama,
che al nostro passaggio si fermano a guardarci. Sono animali protetti e insieme
al
condor sono il simbolo del
Cile. Forse loro non capiscono perché siamo li, ma noi si. Facciamo una
sosta
per avvicinarci ad un condor
intento a banchettare sui poveri resti di una pecora. Abbandona il pranzo
per riavvicinarsi non appena
ci allontaniamo. Attraversiamo l?estancia, ovvero una fattoria, dove ci
dice
Luciano producano dell?ottimo
formaggio. Anche una lepre ci attraversa la strada. Il paesaggio cambia in continuazione:
ora ampi spazi; ora piccoli canyon; ora foreste, laghetti e aspre rocce. All?orizzonte
montagne vulcaniche e piccoli
e grandi ghiacciai. Attraversiamo dei ponticelli che percorriamo
lentamente e dei tratti di
lungo sterrato a perdita d?occhio con dei saliscendi suggestivi. Luciano ci
indica un branco di oche
selvatiche. Alle ore 12.00 arriviamo al posto di confine cileno. Sbrighiamo
le
formalità burocratiche
(Al.. ha perso la sua carta di ingresso rilasciataci all?aeroporto). Siamo
al passo
Roballos. Dieci km. di terra
di nessuno e poi il posto di confine argentino. Qui attendiamo quasi un?ora
per passare in Argentina.
Un poliziotto semianalfabeta deve compilare un foglio con pochi tratti di
penna! Finalmente riprendiamo
la strada. Luciano ci racconta una battuta micidiale su un uovo posto al
confine tra i due stati.
Un campo da calcio ricorda cosa accomuna i due paesi, per il resto non corre
buon sangue. Luciano non
perde tempo a lanciare battute denigranti nei confronti degli argentini. Quella
che ripeterà spesso
è : gli argentini mangiano tutto ciò che si muove, riferito soprattutto
ai guanachi che invece sono protetti! Entriamo in Argentina e anche nella mitica
pampa, che non è altro che una terra
arida con fondo sabbioso
e cespuglietti gialli, vista l?esiguità delle piogge, cibo per tutti
gli animali
erbivori. Il vero pascolo
verde pare sia nella parte centrale dell?Argentina, nella regione di Buenos
Aires. Attraversiamo il guado
di un torrente. La giornata è molto calda. In questo deserto incrociamo
un
motociclista, che lascia
dietro di se una striscia di polvere infinita. Solo il forte vento riesce a
disperdere la polvere. Alle
16.45 arriviamo a Bajo Caracoles, poco prima un branco di guanachi si
allontana al nostro passaggio
(capisco siamo in Argentina!). Pare che Luciano abbia ragione. Questo non è
un paesino ma una stazione di passaggio con locanda per dormire e mangiare ed
una stazione di
rifornimento per gli automezzi.
Solo qualche casetta attorno! Nel raggio di qualche centinaio di
chilometri non c?è
nulla. Il proprietario se ne approfitta con i prezzi. Lo definiamo un vero bandito!
Appena appoggiati i nostri
bagagli nelle camere, ripartiamo alla volta di Cuevas las Manos. Sono altri
46 km. di andata e 46 km. di ritorno. Qualcuno decide di riposarsi e di non
fare l?escursione. Alle ore 17.00 il sottoscritto insieme a R..., Pa..., S...,
B..., Vl.. con la guida ormai esperta di Luciano ci rechiamo in questo luogo
di montagna simile ad un canyon. Penso ne sia valsa la pena. Rientriamo alle
ore
21.00 circa per la cena.
Qualche foto per il tramonto molto suggestivo.
LUNEDI? 11 FEBBRAIO 2002
partenza BAJO CARACOLES, arrivo EL CHALTEN
partenza ore 09.00, arrivo
ore 22.00
460 km. percorsi, sosta h.2.30
L?intera giornata sarà
dedicata a questa lunga tappa di trasferimento. Il morale del gruppo è
basso.
Oltre a M.t. che continua
ad avere la febbre con alti e bassi, anche qualcun altro è un po?
raffreddato. Al.. ?
incoraggia ? e ? sdrammatizza ? con le sue battute ? prevedo che oggi moriremo
di
fame ?. Vl.. afferma ? pagamo
per fare ste cose! ?. E.... non ha dormito molto la notte precedente
pensava a causa del gruppo
elettrogeno, confuso con il russare di Vl... Colpi di tosse si sprecano all?interno
del pulmino. Dopo poco la partenza, qualche km., torniamo dal ? bandito ? per
prendere i panini che ci siamo dimenticati nella locanda. Varie soste per problemi
idraulici. La portiera del pulmino non si chiude.
M.t. invita Al.. a chiudere
alla svelta la portiera e afferma: ? è così lento che la donna
gli rimane incinta ?. Era in programma la fermata ad una estancia ma Luciano
ha saputo che il titolare è morto.
Si prosegue. Davanti a noi
solo strada diritta. A destra le montagne cilene con i cocuzzoli
innevati. Il cielo è
caratterizzato da nuvole a strati che ti vengono incontro e pare ti avvolgano.
Il
tempo sembra essersi fermato.
Cerco di immortalare questo attimo nelle varie soste con la macchina
fotografica. Un vento gelido
ci avvolge. Questa è la Patagonia afferma Luciano e noi continuiamo a
traballare con il pulmino
sullo sterrato. Arriviamo all?hotel Las Horquetas. E? disabitato. Proseguiamo.
Troviamo una bandiera per
la strada. Luciano si ferma , la raccoglie e poi la esponiamo con orgoglio nella
parte finale del carrello porta bagagli. Scopriremo solo più avanti nel
viaggio che si tratta della
bandiera di una regione cilena.
Pa... deve fare pipì. Finalmente troviamo un cespuglio per le sue
esigenze. Ci fermiamo per
la sosta pranzo. M.t. perde un dente. Cerchiamo per terra ma
inutilmente. Ripartiamo e
nei pressi del lago Cardiel troviamo una gomma, che Luciano carica sul pulmino.
Accanto ai soliti guanachi
vediamo i nandù che assomigliano a degli struzzi. Ennesima sosta per
problemi
di Vl.., che si impegna nell?ennesimo
tentativo di evacuare. Pa... si arma di matita, gomma e
settimana enigmistica. In
due inganniamo il tempo dietro ad un Bartezzaghi. Alle ore 18.00 arriviamo a
Los Lagos. Un paese fantasma!
Trovato l?unico negozio di alimentari aperto ci viene proposto il cambio
dollaro pesos 1 a 1! Ce ne
andiamo senza acquistare nulla. Finalmente all?ora del tramonto arriviamo a
El
Chalten, dall?alto della
collinetta vediamo la cittadina illuminata. E? tardi prendiamo alloggiamento
nel
confortevole ostello. In
camera mi sistemo con E.... e Luciano. La sera ceniamo nell?ostello che è
organizzato anche come ristorante.
Durante l?attesa dei pasti Pa... ed io diamo un?occhiata alla
cartina escursionistica della
zona. Così programmiamo le escursioni per i due giorni seguenti. Decidiamo
l?orario di partenza per
la mattina successiva per coloro interessati a camminare.
MARTEDI? 12 FEBBRAIO 2002
Sveglia alle ore 08.00.
In camera Agt.. si veste con la giacca di Luciano! M.t. scopre di
avere la varicella. Forse
siamo tutti contagiati! Formiamo un gruppetto per l?escursione al Cerro Torre.
Il sottoscritto, Agt.., Pa...,
S..., R..., Vl.., E.... affrontiamo il sentiero che parte
dietro l?ostello. B..., Or..,
Al.. se la prendono più comoda e percorreranno un altro sentiero con
partenza ritardata rispetto
alla nostra. M.t. rimane a letto. La nostra escursione ci impegna
tutta la giornata. S... allunga
il passo e la perdiamo. Durante il trekking incontriamo un argentino.
Scambiamo qualche parola
e ci dice che è prossimo alla partenza per l?Europa. Durata del viaggio
2
mesi! Alla faccia della crisi
in Argentina. In effetti ci troviamo in una zona molto turistica frequentata
dagli argentini non colpiti
dalla crisi economica. Arrivati al laghetto abbiamo la vista imponente del
Cerro Torre, troviamo S...,
mangiamo i nostri panini e ci riposiamo un attimo. Il sottoscritto decide
di andare ancora un po? avanti
da solo per arrivare ai piedi del ghiacciaio. Dopo un?oretta sono di
ritorno, B... e Vl.. mi hanno
aspettato. Con loro ritorno all?ostello. Vl.. in un attimo di
disattenzione colpisce con
la nuca un ramo sporgente di un albero. B... ed io ci voltiamo e lo vediamo
steso per terra. Una grande
paura ma nulla di grave! Più tardi Vl.. ci confiderà che se fosse
stato al
nostro posto si sarebbe fatto
una gran risata. Rientriamo. Doccia e poi cena in un ristorante. Bevo il
Mate, bevanda diffusissima
in Argentina. E? fatta con delle erbe. Devo dire che non mi ha entusiasmato.
Si va a dormire.
MERCOLEDI? 13 FEBBRAIO 2002
Sveglia alle ore 08.00.
Si riparte per un?altra escursione. Questa volta al Fitz Roy. Luciano ci
accompagna con il pulmino
all?inizio del sentiero. Oltre al sottoscritto, S..., Pa..., Vl.. e R....
E.... decide di riposarsi.
Agt.. rimane con M.t., B..., Al.. e Or.. rimangono a El Chalten per passeggiate
nel paese. E? una bellissima giornata, come la precedente, riusciamo a scattare
foto e diapositive. Il cielo è sereno. La fatica è ricompensata
dalla natura che ci circonda. Rientriamo
nel tardo pomeriggio. Visito
un negozio di souvenir. Si esce a cena.
GIOVEDI? 14 FEBBRAIO 2002
partenza EL CHALTEN, arrivo EL CALAFATE
partenza ore 09.45, arrivo
ore 16.30
211 km. percorsi, sosta h.1.00
Partiamo con comodo. Attraversiamo
una zona con vere e proprie dune di sabbia. Luciano ci indica una
volpe che attraversa la strada.
Forse non la vede nessuno. Ad un tratto ferma il pulmino e scende
velocemente ai bordi della
strada. Agguanta qualche cosa che si muoveva. Arriva con il suo trofeo. Un
piccola armadillo tra le
mani. Qualche foto al povero animaletto molto spaventato, poi lo lascia
andare
per il suo destino. Incrociamo
un ciclista con due cani! Sosta al lago Viedma nei pressi del passo La
Leona. Mangiamo qualcosa
in un posto di ristoro. Al.. si mette a giocare a calcio con un ragazzino, in
realtà palleggerà
solo lui. M.t. sta sempre male. Nuova sosta per cambio gomma causa la prima
foratura del viaggio. Attraversiamo
una zona con formazioni rocciose che da filmati mi ricordano la
Cappadocia. Finalmente arriviamo
a El Calafate. Depositati i bagagli nell?alberghetto Jorgito, dove
alloggeremo per due notti,
usciamo per fare acquisti al supermercato. Vl.. entra in una banca per
cambiare moneta, ne esce
immediatamente perché si sente dire che non è una banca il posto
dove è
entrato. Risata di noi tutti.
Pa..., R..., Vl.. ed il sottoscritto ci rechiamo in una agenzia per
prenotare il minitrekking
sul ghiaccio Perito Moreno da farsi il giorno seguente. Gli altri escluso
Agt.. e M.t. che viene ricoverata
in ospedale, prenoteranno una navigazione attorno al
ghiacciaio. Alla sera andiamo
a cena, Agt.. si presenta con il portasoldi in stoffa ben visibile sopra la
maglietta bianca! Ordino
una bife de chorizo. Il cameriere porta le ordinazioni, Agt.. si prende
la
mia! Cambio pietanza.
VENERDI? 15 FEBBRAIO 2002
Facciamo colazione. Con
noi un altro gruppo di Avventure nel Mondo, con un programma diverso dal
nostro. Prima della partenza
per l?escursione al Perito Moreno mi reco ad un posto telefonico per
telefonare in Italia. Sono
le ore 09.00 in Italia le 13.00. Per fortuna riesco a comunicare, dato che la
sera precedente non sono
riuscito! La giornata passa stupendamente al Perito Moreno. Un ghiacciaio
enorme di proporzioni mai
viste. Anche il trekking con i ramponi sul ghiacciaio è una esperienza
indimenticabile. Alle 21.00
rientriamo a El Calafate dopo 80 km. di pullman.
SABATO 16 FEBBRAIO 2002
partenza EL CALAFATE, arrivo SEDE AMMINISTRATIVA PARCO
DEL PAINE
partenza ore 13.30, arrivo
ore 22.00
295 km. percorsi, sosta h.2.00
Tutta la mattinata verrà
persa per cercare di far quadrare i conti della cassa comune. Pa... non ne
può più. Al..
e Or.. fanno di tutto per rompere quel poco di armonia che c?era. Or.. e Al..
annunciano che non proseguiranno
con noi per il parco del Paine. La sera precedente hanno fatto amicizia
con due ragazze argentine.
Li salutiamo. Io penso che non li vedremo più. In pulmino ci possiamo
allargare e stare più
comodi. Manca anche M.t., rimarrà in ospedale per dieci giorni, e
Agt... Prima di partire ci
rechiamo a salutarli. M.t. mi sembra molto giù di morale.
Arriviamo alla frontiera
al passo Don Guillermo. Lasciamo l?Argentina e rientriamo in Cile. Qui
scopriamo che la bandiera
trovata è quella della regione in cui ci troviamo: Ultima Esperanza.
Prima
cittadina è Cerro
Castello. Ci fermiamo per mangiare qualcosa e troviamo uno spettacolo con cavalli
e
manzi. Una specie di gara
di abilità di coppie di gauchos a cavallo all?interno di un recinto fatto
in legno
con gli spalti e i suoi spettatori
Ci fermiamo un po? per assistere anche noi. Al tramonto arriviamo alla
sede amministrativa del parco.
Scopriamo che il rifugio, o meglio bivacco, non ci è stato riservato.
Luciano, che aveva prenotato,
si arrabbia moltissimo. Dopo molte discussioni riescono a sistemarci in un
camerone pieno stipato. Si
va a cena alla posada Rio Serrano. Il cielo è tutto stellato. La giornata
di
domani promette molto bene
per l?escursione. Al ritorno riesco a stendere il sacco a pelo, non mi svesto
neppure. Mi sveglio la mattina
dopo.
DOMENICA 17 FEBBRAIO 2002
La mattinata è
veramente stupenda, una giornata ideale per una escursione. In pulmino Luciano
ci
accompagna prima alla sede
amministrativa del parco per prendere visione della cartina della zona, poi
ci accompagna all?inizio
del sentiero, presso l?Hosteria Las Torres. L?intero parco è popolato
da
migliaia di guanachi, tranquilli
al passaggio dei turisti. Alle ore 11.00 iniziamo l?escursione. Dopo un
breve saliscendi, iniziamo
a salire di quota. Il gruppo comincia a spezzettarsi. Comincio a procedere
abbastanza velocemente e
al termine della prima salita dopo circa un?ora non vedo più nessuno
dietro
me. Fa molto caldo, decido
di proseguire da solo. Il sentiero procede a mezza costa per un?ora ancora.
Mi fermo un attimo al rifugio
dei cileni. Poi inizio il secondo tratto di salita impegnativo. La prima parte
è tutta dentro il
bosco, una faggeta, poi inizia una pietraia sotto un sole cocente. Ogni tanto
mi
rinfresco ad un ruscello
che costeggia il sentiero. Sono le ore 13.00 e intravedo le torri del
Paine. Alle
14.00 arrivo alla meta. Mi
stendo su una larga pietra, appena riparato dal sole e dal vento. Mangio e
bevo qualcosa. In attesa
dell?arrivo degli altri compagni di viaggio, ammiro le imponenti tre Torri (Torre
d?Agostini o Torre Sur 2850
metri, Torre Central 2800 metri, Torre Monzino o Torre Norte 2600
metri) sotto le quali un
ghiacciaio e un lago. L?acqua che si scioglie dal ghiacciaio scende e si insinua
tra
le rocce trovando così
il suo destino. Il lago sottostante raccoglie acqua e pietrisco. E? uno spettacolo
meraviglioso. All?improvviso
un boato, un ammasso di ghiaccio si stacca dalla parete della montagna e
finisce nel lago. Faccio
appena in tempo a scattare una foto, che una grossa nuvola di spruzzi risale
dal
lago. Col passare dei minuti
piccoli iceberg si allontanano tra di loro e diventano tanti punti
insignificanti. Alle ore
15.00 arrivano Pa... e R.... Poi Vl.., B..., E.... alla spicciolata e
alquanto trafelati. S...
invece ritornerà indietro a metà percorso. Vl.. ha modo di conoscere
un
tifoso laziale argentino
con la maglia di Crespo. Per lui romanista è un colpo durissimo. Alle
15.30
ripartiamo per il ritorno.
B... ed il sottoscritto procediamo lentamente per aspettare E.... che ha
qualche problema di affaticamento.
Al rifugio dei cileni ci fermiamo a bere una birra. Quando
ripartiamo gli altri probabilmente
sono già arrivati al pulmino. Un rapace davanti noi sembra non aver
nessun timore, anzi si fa
fotografare a pochi metri dalla mia presenza. Arriviamo anche noi al pulmino,
ora ci aspettano 40 km. di
strada sterrata per tornare al rifugio. Cena alla posada Rio Serrano e
poi
finalmente una doccia riposante.
La sera al rifugio conosciamo un gruppo di turisti. Uno di essi è libanese
e forte russatore. Neanche le gomitate di Vl.. durante la notte serviranno a
calmarlo. Un mio gemito
di soffocamento, nel bel
mezzo della nottata, darà a Vl.. la possibilità definitiva di
non riposare.
LUNEDI? 18 FEBBRAIO 2002
partenza SEDE AMMINISTRATIVA PARCO PAINE
arrivo PUERTO NATALES
partenza ore 09.00, arrivo
ore16.30
150 km. percorsi, sosta h.0.30
La mattinata è
impiegata per una escursione attorno al lago Grey. Il tempo è decisamente
peggiorato
rispetto alla giornata precedente.
Ci fermiamo a vedere il salto di una cascata. Ripartiamo in direzione
Puerto Natales, dove arriviamo
nel tardo pomeriggio. Alloggiamo all?albergo Temuco, veramente modesto
per non dire sporco. E....
prende una singola! Camera senza finestra, che definiamo ? camera oscura ?.
Per prenderlo un po? in giro
gli chiediamo se deve sviluppare dei rullini fotografici. Sorpresa!
Ritroviamo Al.. e Or.. che
avevano già preso alloggio in una stanza del Temuco. Si va a cena con
il gruppo parzialmente ricomposto, tranne E.... che rimane in stanza. Al ristorante
ritroviamo i libanesi.
MARTEDI? 19 FEBBRAIO 2002
partenza PUERTO NATALES, arrivo PUNTA ARENAS
partenza ore 08.30, arrivo
12.00
250 km. percorsi, nessuna
sosta
La mattinata è
piovosa. Il pulmino percorre tutte strade asfaltate. Passiamo per i paesini
Morro Chico e
Villa Tehuelches. Arrivati
a Punta Arenas, una città molto grande ci informiamo per la visita nel
pomeriggio alla pinguinera
dell?isola Magdalena. Alle ore 16.00 abbiamo l?imbarco sul traghetto che in
due ore di navigazione ci
porterà all?isola dei pinguini. Al centro dell?isola un faro sede di
un museo sulla
storia dei pinguini. Un rullino
di diapositive solo per riprendere questi uccelli. Rientriamo alle ore 21.30
e si va direttamente a cena
al ristorante La Luna. Ricordo in una parete una cartina geografica mondiale
dove attacco la bandierina
sulla mia città di provenienza: Ravenna. Sono il primo. La cena è
ottima.
MERCOLEDI? 20 FEBBRAIO
2002 partenza PUNTA ARENAS, arrivo USHUAIA
partenza ore 09.00, arrivo
ore 21.00
440 km. percorsi, sosta h.1.00
Alle ore 08.00 la colazione.
Alle ore 09.00 l?imbarco sul traghetto Melina per raggiungere Porvenir
dopo 3 ore di navigazione.
Luciano riceve una telefonata sul traghetto dalla signora croata proprietaria
dell?albergo. Le è
sparita una calcolatrice dalla stanza dove era alloggiato Al... Anche stavolta
ne ha
combinata una delle sue!
Quando ritorneremo a Punta Arenas dovrà restituire il maltolto. Entriamo
finalmente a Porvenir con
il mare che si è ingrossato. In pulmino R... discuterà del virus
della mucca
pazza, affermando che dentro
Al.. morirebbe di fame perché non trova il neurone per sopravvivere.
Passiamo per la cittadina
di san Sebastian. Il tempo sta cambiando, un vento fortissimo spazza la strada
sterrata. Molte case sono
schermate per il vento. Ricomincia la strada asfaltata o meglio cementata.
Vediamo molte escavazioni
petrolifere e di gas naturale. Pian piano la pampa lascia il posto ad una
vegetazione boschiva. Sosta
in un paesino per mangiare qualcosa. Luciano si accorge della seconda
foratura. Ripartiamo. Lasciamo
l?asfalto per uno sterrato che sale in quota fino al passo Garibaldi.
Ultimi chilometri di asfalto
prima di entrare a Ushuaia, città sulla costa circondata dalle montagne.
Ci
sono anche dei palazzi! Giunti
all?hotel Nahuel bevo un tè e mi metto a letto causa un imbarazzo di
stomaco. Gli altri andranno
a cena.
GIOVEDI? 21 FEBBRAIO 2002
La mattinata è
libera un po? per tutti. Si fanno acquisti e si gira la città. Troviamo
un botteghino che fa
un cambio favorevole dollaro
pesos. Nel pomeriggio prenotiamo una imbarcazione per navigare lungo il
canale Beagle. Così
vediamo alcuni isolotti popolati da cormorani, leoni marini e scendiamo su un
isolotto
per una escursione naturalistica
insieme alla guida dello scafo. Quando riprendiamo il mare per il ritorno ci
vengono offerti biscotti, tè e caffè. Anche in questa occasione
prendiamo del mare un po? grosso.
Quando rientriamo a terra
ormai è pioggia fitta. Intravediamo Luciano che ci è venuto a
prendere con il
pulmino.
VENERDI? 22 FEBBRAIO 2002
La mattina prendiamo il
pulmino che ci porta a Lapataia, il punto dove finisce la Ruta 3. Siamo così
arrivati alla fine del mondo.
Foto di gruppo con S..., Pa..., R..., Vl.., E...., ed il sottoscritto con l?autoscatto
della mia macchina fotografica. Al.., B... e Or.., giungeranno più tardi
e rientreranno subito con un taxi. In questo momento preferisco rimanere da
solo, mentre gli altri si incammineranno per i sentieri della zona. Li ritroverò
più tardi in un bar da dove si riprenderà il pulmino per tornare
in città. Mi stendo sul prato ad ammirare il paesaggio, le montagne innevate
e il mare che si insinua tra le rocce. Gli uccelli in volo sopra la mia testa
lanciano grida disperate, evocazione di eventi del passato. Un senso di angoscia
per un mondo violato che non ritornerà mai più.
All?orizzonte un sole che
i suoi raggi non riescono a scaldare nulla. Poi per alcuni istanti cessa ogni
sussurro: è questa
la fine del mondo? Di nuovo grida di uccelli che si disperdono nella mia mente
con la
stessa intensità di
chi cerca di capire. Vorrei anch?io lanciare un grido, ma non è più
possibile, chiudo gli
occhi e sogno.
PER ME IL VIAGGIO IN PATAGONIA SI E? CONCLUSO
Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato insieme a me a questa bellissima avventura
SABATO 24 FEBBRAIO partenza
USHUAIA, arrivo PUNTA ARENAS
partenza ore 08.20, arrivo
ore 21.20
640 KM. percorsi, sosta h.1.00
Lunga tappa di trasferimento
per tornare a Punta Arenas, dove ritroviamo Agt.. e M.t. la
quale ormai ristabilita è
pronta per riprendere il viaggio estensione all?isola di Pasqua insieme al marito
e a B.... Incrociamo un?auto
a forte velocità, un sasso colpisce il nostro parabrezza che si creperà.
Cento metri dopo termina
lo sterrato! Che sfortuna! All?hotel Dinka?s House Al.. restituisce la
calcolatrice, la signora
croata non ci ha tenuto la prenotazione e ci manda in un altro albergo che ha
contattato telefonicamente.
La sera ci ritroviamo a cena al termine della quale Al.. e Vl.. litigheranno
violentemente. Pa... si sfogherà
causa il comportamento scorretto, per la vicenda cassa comune, di
Al.. e Or.. tenuto
nei suoi confronti e di tutti quelli che come lei hanno avuto molta pazienza.
Mi
chiedo ancora oggi se la
vicenda è stata capita. Speriamo!
DOMENICA 25 FEBBRAIO
Luciano ci accompagna
all?aeroporto. Ci salutiamo calorosamente. Lui tornerà a Puerto Montt
attraversando tutta l?Argentina
per evitare le strade sterrate e per giungere a casa in due soli giorni.
Noi ci imbarchiamo su un
aereo per Santiago del Cile. Li salutiamo B..., Agt.. e M.t.. Noi
tutti proseguiamo per Madrid.
La partenza è ritardata di un?ora a causa della sostituzione di un
pneumatico al carrello dell?aereo.
Arrivati a Madrid perdiamo di vista Al.. e Or... Salutiamo Vl..
e S... che si imbarcheranno
per il volo su Roma, mentre il sottoscritto con R..., Pa..., E....
proseguiranno per Milano.
La vacanza termina per tutti con oltre 4000 km. di strade percorse su un
pulmino giallo ormai polveroso.
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